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GIORNALISTI E GIORNALAI

26-05-2021 21:37 - Ciro Verrati
“Uno studio sui costi della legge 194, promosso da Pro Vita e Famiglia, stima che il costo cumulato per il finanziamento degli aborti legali si aggiri intorno ai 5 miliardi di euro, pari a circa 120 milioni di euro all'anno”.
Inizia così l'articolo che Lei Francesco Curridori, ha pubblicato su IL GIORNALE del 24 maggio.
Mi metto nei suoi panni e immagino la Sua mortificazione dopo la pubblicazione di questo articolo emetico, dichiaratamente partigiano e sostenitore di quei movimenti catto-fascisti cosiddetti pro-vita, che liberamente scorrazzano negli ospedali pubblici senza nessun controllo, con la tacita approvazione delle istituzioni sanitarie colpevoli di non garantire pienamente il diritto di autodeterminazione della donna.
Posso capire la Sua disperata ricerca di un editore che Le paghi un articolo e la necessità di farsi spazio a gomitate in una giungla dove la feroce concorrenza è il quotidiano, ma la decenza pone dei limiti.
“Quali sono stati finora i costi della legge 194 sull'aborto?” Lei scrive, sempre riportando il pensiero di Francesca Romana Poleggi, direttore editoriale del mensile Notizie Pro Vita & Famiglia.
Ricordo a me stesso che la salute è garantita dall'art. 32 della Costituzione. Lo stato deve tutelare la salute della persona nell'interesse della collettività. La salute pubblica non è un costo, è un investimento. E dovrebbe saperlo anche Lei.
Se è così interessato ai costi della sanità pubblica, si è mai chiesto quanto costano i cappellani negli ospedali pubblici? Costano attualmente circa due milioni all'anno per regione e fanno un servizio che rientra tra quelli identificati come volontariato, un servizio che associazioni di volontariato svolgono gratuitamente, come accade nel carcere di Lecce, dove l'associazione Laicitalia eroga un servizio di assistenza spirituale non confessionale ai carcerati atei e agnostici.
Si è mai chiesto quanto costi alle Regioni affidare i servizi sanitari alle strutture private convenzionate? Tre volte quello che spenderebbe la sanità pubblica.
Si è mai chiesto chi c'è dietro al business della sanità privata convenzionata? Chi si arricchisce alle spalle di una sanità pubblica depredata di risorse a vantaggio di quella privata? Vaticano Spa.
Se avesse svolto una indagine più accurata avrebbe scoperto che la piaga della Legge 194, non sono i costi bensì la negazione di un diritto costituzionale e umano, il diritto di autodeterminazione del proprio corpo, che la donna esercita anche attraverso il diritto all'interruzione volontaria della gravidanza.
Nel suo articolo riporta un'ulteriore riflessione partorita dall'illustre studio promosso dai catto-fascisti, ovvero:“Ma un altro serio problema è che, nonostante la 194, sono ancora parecchi gli aborti clandestini”.
Se Lei - ripeto - avesse svolto una indagine accurata degna di un giornalista, avrebbe raccolto dati sufficienti per comprendere che l'aborto clandestino si nutre e cresce grazie alle quotidiane violazioni di diritti che subiscono le donne in merito all'IVG. La 194 esiste sulla carta ma nella sostanza è fortemente ostacolata dall'obiezione di coscienza e da lacci e lacciuoli imposti da una società patriarcale che nega un diritto primario che non può subire limitazioni. E in tutta risposta, una società maschilista fatta anche di donne maschiliste, ha pensato bene di inasprire di ben 200 volte le sanzioni a carico della donna che ricorre all'aborto clandestino. Una doppia beffa, impedire un aborto in sicurezza e poi multarne salatamente le conseguenze.
In merito poi, alle affermazioni che lei riporta sulla RU486, è appena il caso di ricordare che l'OMS ha dichiarato il farmaco sicuro, il quale evita alla donna il ricovero ospedaliero, ma soprattutto l'intervento chirurgico.
Riportare infine, il concetto “Madre di un bambino morto” esternato sempre da Francesca Romana Poleggi, direttore editoriale del mensile Notizie Pro Vita & Famiglia, senza contrapporlo ad una diversa interpretazione, conferma la Sua faziosità, la Sua incondizionata adesione alla teoria fondamentalista che vede l'aborto come un omicidio, che ritiene che la vita si formi sin dal concepimento. Le pongo una semplice domanda: senza l'utero della donna, quell'agglomerato informe di cellule potrebbe sopravvivere? Stiamo parlando di un ovulo e di uno spermatozoo che accidentalmente si sono uniti e non sono ancora vita, non c'è distinzione tra apparato gerente e sistema nervoso, non c'è differenza tra sistema muscolare e apparato osseo, si tratta di embrione e non di bambino.
Non pretendo che capisca, ma solo che rispetti le regole che la dignità professionale Le impone.
Ma mi rendo conto che esistono giornalisti e giornalai.
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