IL NUOVO RE
09-05-2025 12:05 - Carla Corsetti
L'elezione di Bergoglio, espressione del Sud America, aveva suscitato un gran risentimento tra il clero del Nord America, che stava preparando la rivincita da 13 anni.
Era nelle previsioni di molti osservatori che questa casta di oligarchi maschi si sarebbe orientata per nominare uno statunitense.
Per una analisi del nuovo monarca vaticano, Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, al fine di ipotizzare quali potranno essere le linee politiche del suo regno, si inizia dal nome.
Ogni monarca vaticano, se sceglie di chiamarsi come un predecessore, è evidente che vuole porsi in continuità politica con lui.
Il precedente monarca invece, non volendo seguire questa tradizione, scelse il nome Francesco senza scontare precedenti e paragoni.
Il predecessore di riferimento, Leone XIII, è stato un monarca che ha voluto incidere fortemente nella politica mondiale, condizionando i cattolici attraverso una copiosa produzione di regole morali (86 encicliche) indirizzate a governanti e governati.
La più famosa fu certamente la Rerum Novarum, un testo antisocialista che invitava sostanzialmente i lavoratori ad associarsi in organizzazioni sindacali che prendessero le distanze dalla lotta di classe, proponendo una alleanza, o meglio, una sottomissione allegra ai padroni, in una assunzione di responsabilità individuale che mantenesse intatte gerarchie, subordinazione e disuguaglianze.
La fonte ispiratrice di queste politiche antisocialiste, manco a dirlo, è sempre stato Sant'Agostino le cui perle sui comportamenti dei servi risuonano cacofoniche in qualunque contesto civile.
Sant'Agostino ha elaborato posizioni odiose non solo in riferimento ai lavoratori, ma soprattutto in riferimento alle donne e alle persone omosessuali.
Leone XIV si pone dunque in continuità con l'autore della Rerum Novarum ed è un agostiniano.
I riflessi di questa elezione sulle relazioni internazionali si colgono tra le righe delle congratulazioni ricevute posto che è pur sempre uno dei Capi di Stato tra i più ricchi e più potenti al mondo e non è mai una buona regola inimicarsi un uomo di potere che può intaccare il potere altrui.
Nei rapporti con la classe politica italiana attualmente al potere, è evidente che c'è affinità, condividendo ideologicamente il radicamento delle disuguaglianze sociali e di genere, mentre una particolare distanza ci sarà verso i migranti, fonte inesauribile di ricchezza, purché gestiti direttamente da organizzazioni caritatevole cattoliche e non nei campi di concentramento statali, italiani o albanesi.
Nelle gerarchie clericali non esistono conservatori o progressisti, sono tutti conservatori e si dividono tra chi afferma coerentemente le proprie posizioni reazionarie, e chi invece pur essendo reazionario, ha maggiori capacità comunicative con le quali inganna e manipola l'opinione pubblica mostrando false aperture.
Prevost è un agostiniano dunque è un coerente conservatore antisocialista.
Era nelle previsioni di molti osservatori che questa casta di oligarchi maschi si sarebbe orientata per nominare uno statunitense.
Per una analisi del nuovo monarca vaticano, Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, al fine di ipotizzare quali potranno essere le linee politiche del suo regno, si inizia dal nome.
Ogni monarca vaticano, se sceglie di chiamarsi come un predecessore, è evidente che vuole porsi in continuità politica con lui.
Il precedente monarca invece, non volendo seguire questa tradizione, scelse il nome Francesco senza scontare precedenti e paragoni.
Il predecessore di riferimento, Leone XIII, è stato un monarca che ha voluto incidere fortemente nella politica mondiale, condizionando i cattolici attraverso una copiosa produzione di regole morali (86 encicliche) indirizzate a governanti e governati.
La più famosa fu certamente la Rerum Novarum, un testo antisocialista che invitava sostanzialmente i lavoratori ad associarsi in organizzazioni sindacali che prendessero le distanze dalla lotta di classe, proponendo una alleanza, o meglio, una sottomissione allegra ai padroni, in una assunzione di responsabilità individuale che mantenesse intatte gerarchie, subordinazione e disuguaglianze.
La fonte ispiratrice di queste politiche antisocialiste, manco a dirlo, è sempre stato Sant'Agostino le cui perle sui comportamenti dei servi risuonano cacofoniche in qualunque contesto civile.
Sant'Agostino ha elaborato posizioni odiose non solo in riferimento ai lavoratori, ma soprattutto in riferimento alle donne e alle persone omosessuali.
Leone XIV si pone dunque in continuità con l'autore della Rerum Novarum ed è un agostiniano.
I riflessi di questa elezione sulle relazioni internazionali si colgono tra le righe delle congratulazioni ricevute posto che è pur sempre uno dei Capi di Stato tra i più ricchi e più potenti al mondo e non è mai una buona regola inimicarsi un uomo di potere che può intaccare il potere altrui.
Nei rapporti con la classe politica italiana attualmente al potere, è evidente che c'è affinità, condividendo ideologicamente il radicamento delle disuguaglianze sociali e di genere, mentre una particolare distanza ci sarà verso i migranti, fonte inesauribile di ricchezza, purché gestiti direttamente da organizzazioni caritatevole cattoliche e non nei campi di concentramento statali, italiani o albanesi.
Nelle gerarchie clericali non esistono conservatori o progressisti, sono tutti conservatori e si dividono tra chi afferma coerentemente le proprie posizioni reazionarie, e chi invece pur essendo reazionario, ha maggiori capacità comunicative con le quali inganna e manipola l'opinione pubblica mostrando false aperture.
Prevost è un agostiniano dunque è un coerente conservatore antisocialista.