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PRIMO MAGGIO 2021

02-05-2021 12:41 - Carla Corsetti
Il Primo Maggio 2021 ci dà una buona sintesi dell’esistente, un concerto è stato sufficiente per mettere a fuoco molte storture.
I sindacati padronali li abbiamo sempre individuati in unioni di datori di lavoro che si organizzavano per contrastare gli interessi dei lavoratori nella contesa con i propri, in una contrapposizione che era di per sé garanzia di tutele per i lavoratori.
Ora siamo entrati nella fase in cui la lotta di classe è stata sostituita dalla alleanza di classe, in piena attuazione della dottrina sociale della chiesa, sicchè sindacati e imprese non hanno più contrapposizione e se il Segretario Generale di un sindacato (Landini) scambia una commensalità conviviale a casa di un Ministro (Brunetta), una impresa (ENI) può ben sostenere le spese di una tradizionale manifestazione sindacale (concerto del Primo Maggio), in una confusione di ruoli che ha un unico obiettivo, quello di rafforzare la consueta becera strategia politica demagocica da panem et circenses.
Capita però l’imprevisto che, nel caso del Concertone, è stato rappresentato da Fedez, un rapper che ha messo a segno due obiettivi: elencare la bestialità dei rappresentanti istituzionali della Lega e ricordare come il Vaticano sia una lobby dalla doppia morale che guadagna su ciò che condanna.
Le parole del rapper hanno funzionato perché sono arrivate a destinatari che si sono irritati, ed è sembrato quasi che fosse stata recuperata, in qualche misura, quella funzione che il teatro aveva nell’antica Grecia, ovvero veicolare con lo spettacolo messaggi politici.
Ad onta del fatto che il concerto sia stato organizzato da sindacati che ormai possiamo qualificare padronali e non più dei lavoratori, ad onta che sia stato pagato da una delle società più responsabili dell’inquinamento alimentare e dell’acqua in Africa, questo Concertone lo ricorderemo anche per un’altra stortura che si è consumata dietro le quinte, ovvero il tentativo della RAI di censurare.
La conversazione registrata e resa pubblica da Fedez ha dato la misura di quanto siano miserabili i funzionari RAI.
In sintesi.
La crisi del settore spettacolo, determinata dalla incapacità della classe politica di governarla, ha risvegliato la coscienza politica di molti artisti, e non solo.
Il risveglio delle coscienze è quanto di più entusiasmante si possa sperare, perché solo così si potranno cambiare le carte in tavola e molto cambierebbe se ciò accadesse ancora e per tutti.
Nessun funzionario RAI potrebbe più permettersi di censurare.
Nessun leghista potrebbe più permettersi di essere ideologicamente violento.
Nessuna organizzazione religiosa potrebbe più lucrare sui diritti sessuali e riproduttivi.
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