25 Aprile 2024
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obiettivo 52

Esame prioritario, nei lavori parlamentari, delle leggi di iniziativa popolare.
Negli auspici dell’Assemblea Costituente la Democrazia Rappresentativa avrebbe dovuto trovare un naturale
bilanciamento negli strumenti di Democrazia Diretta.
Temendo che la Democrazia Diretta potesse ostacolare eccessivamente la Democrazia Rappresentativa, si decise di
limitarla a poche ipotesi come il referendum abrogativo, quello confermativo e l’iniziativa popolare.
Eppure un progetto assai ampio di Democrazia Diretta era stato presentato da Costantino Mortati il quale aveva persino
ipotizzato un referendum arbitrale con poteri di indizione in capo al Presidente della Repubblica.
Tuttavia lo spettro della dittatura mussoliniana era ancora storicamente recente e nessun partito aveva intenzione di
ampliare i poteri del Presidente della Repubblica.
Le ipotesi di Democrazia Diretta elaborate da Mortati furono accantonate.
Oggi possiamo affermare che la naturale contrapposizione tra Democrazia Diretta e Democrazia Rappresentativa si è
trasformata in prepotente conflitto.
Ma non si può ignorare che la Democrazia Diretta, nella sua prevedibile degenerazione, assumerebbe i contorni di una
deriva plebiscitaria difficilmente arginabile dal contrappeso della Democrazia Rappresentativa.
L’arretratezza culturale e etica del popolo italiano si è tradotta nella degenerazione della Democrazia Rappresentativa
che si esprime nelle scomposte espressioni di una casta privilegiata fatta di indegni politicanti.
La soluzione non risiede nel ridimensionamento della Democrazia Rappresentativa a favore di un potenziamento della
Democrazia Diretta.
Le degenerazioni valoriali hanno soluzioni culturali altrimenti ci si ritrova peggio di prima.
Circola l’insana convinzione che i cittadini, posti nella condizione di esercitare la sovranità popolare in modo diretto,
siano migliori di quei rappresentanti che loro stessi hanno eletto attraverso la mediazione della rappresentanza.
Che i cittadini siano migliori dei loro rappresentanti è una ingenuità che fa sorridere quando non diventa pericolosa
oclocrazia.
E’ indispensabile avere bene a mente che certi rappresentanti condividono la stessa assenza di riferimenti etici dei loro
rappresentati, e che gli uni si pongono in comunanza di intenti e di malaffare con gli altri.
E dunque la Democrazia Diretta non è una valida alternativa alla Democrazia Rappresentativa se non si modificano le
condizioni culturali e di civiltà del popolo che dovrebbe esprimerla.
Ciò non toglie che alcuni istituti di Democrazia Diretta potrebbero essere modificati.
L’art.71 della Costituzione (Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno
cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli) consente che l’iniziativa legislativa possa essere affidata al
popolo.
La raccolta di firme di almeno cinquantamila elettori si trasforma in un impegno notevole che tuttavia viene vanificato
dal fatto che i lavori parlamentari, nella calendarizzazione dell’esame dei progetti di legge, omettono di inserire le
proposte che provengono dall’iniziativa popolare.
Rendere prioritario il loro esame è un dovere politico e istituzionale.
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