obiettivo 49
Incandidabilità, ineleggibilità e incompatibilità sono criteri di valutazione scontati nelle democrazie evolute.
Nel Paese di Pulcinella le leggi in questa materia diventano cavilli interpretabili secondo convenienza.
Un popolo eticamente sano percepirebbe una condanna penale, per quanto non definitiva, una precondizione tacita per non poter accedere a cariche elettive.
Da noi invece le condanne penali, soprattutto se legate alla amministrazione truffaldina della cosa pubblica, non sono accompagnate da un sentimento generale di disvalore, né da parte dei protagonisti, né da parte della popolazione.
L’immoralità del popolo italiano rende necessario articolare con puntualità tutte le ipotesi che impediscono l’accesso alle cariche elettive, senza lasciare alcun margine a dubbi interpretativi nei quali gli “impresentabili” possano farsi beffa del rigore morale che si richiede al ruolo.
E poiché la rappresentanza istituzionale non è percepita come impegno civile ma come opportunità individuale, è anche necessario limitare a due soli mandati la possibilità di candidarsi.
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