FINCHE’ C’E’ GUERRA C’E’ D’ALEMA
12-03-2022 08:27 - Redazione DA
Massimo D’Alema fa “cultura politica” attraverso la Fondazione Italianieuropei e da questo pulpito ci delizia con le sue perle di saggezza all’incirca dal 1998.
Tutti hanno già dimenticato le vicende che legavano la Fondazione ad una cooperativa rossa, la CPL Concordia, attiva nella metanizzazione dei comuni, e di come quei legami avevano attirato l’attenzione delle Procure.
Le elargizioni “volontarie” che la coop rossa CPL Concordia aveva versato alla Fondazione Italianieuroperi avevano suscitato perplessità e disgusto.
D’Alema per molto tempo fu impegnato a querelare tutti coloro che, dopo che la vicenda dei finanziamenti era finita sui giornali, avevano avuto il legittimo sospetto che i vini della sua casa vinicola non fossero stati acquistati per meriti enologici.
Ma c’è altro che qualifica il personaggio: D’Alema, pur sapendo che la Costituzione italiana non riconosce i titoli nobiliari, ha accettato di far parte di un ordine cavalleresco, e precisamente l’Ordine Piano, un ordine pontificio che lo rende cavaliere servente della corte papale.
Verrebbe da chiedersi a cosa serva una onorificenza proveniente dalla lobby religiosa Vaticano spa, e in questi giorni si è compresa maggiormente l’essenza di questa missione cavalleresca.
E’ emersa la piena partecipazione di D’Alema alle trattative per la vendita di armi alla Colombia, e alla prospettiva di una “provvigione” per la mediazione, di 80 milioni di euro.
Ebbene, l’appartenenza ad un ordine cavalleresco come l’Ordine Piano, conferisce, in esecuzione dei Patti Lateranensi, specifici privilegi in riferimento ai protocolli diplomatici, per cui con simile onorificenza, si estende il campo delle relazioni con gli altri Stati, per diffondere la cristianità.
E’ dall’undicesimo secolo che la cristianità si diffonde con le armi, e il ruolo “diplomatico” di D’Alema in relazione alle forniture di armi alla Colombia, è quanto di più aderente ai privilegi del cavalierato pontificio.
Come dimenticare che era stato D’Alema a diffondere la cristianità anche su Belgrado, autorizzando l’uso delle basi militari italiane.
Le armi e la guerra evidentemente lo entusiasmano, e così ha pensato bene di occuparsi anche della Colombia, trattando armi come se trattasse vini.
Ma che aspettarsi, del resto, visto che D’Alema naviga in area PD e suoi derivati, che tra produzione di armi, vendita di armi ai Paesi in guerra, e finanziamento di missioni militari, sta superando a destra tutti gli altri partiti.