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S'ode a destra

18-03-2019 19:01 - Redazione DA
Ascoltare il discorso di Zingaretti, eletto Segretario del suo partito, diventa necessario nel momento in cui vuoi sapere cos’altro avrà in mente il PD, che ancora non è pago della distruzione messa in atto in questi anni.
Zingaretti ha citato Gramsci e ha declamato Moro, e tutti hanno applaudito.
La sintesi di quel partito si schematizza proprio qui, in una contraddizione ideale insanabile, in due visioni inconciliabili, in un tentativo di sintesi che esalta il concetto del bipolarismo, in cui gli opposti non creano complementarietà, ma attrazione indifferenziata.
Nel discorso di Zingaretti non c’è operaismo né difesa del terziario, non c’è difesa dei diritti umani né del principio di laicità.
Non c’è nulla in quella lobby di interessi sovrapposti, chiamata PD, che possa meritare rispetto.
Zingaretti ha accennato ad una presunta differenza del PD dalle altre destre a cui vuole contendere il potere, e molto abilmente si è sottratto dal dare una indicazione di progettualità chiara, su obiettivi precisi che potessero marcare le diversità.
In effetti ha confermato non solo la continuità con le politiche dei precedenti Segretari, ma ha confermato le convergenze sostanziali con le forze politiche che sono ora al Governo.
Nessuna presa di distanza dalle grandi opere inutili, dalla riforma scolastica, dalla sanità privatizzata ai cattolici, per non parlare del finanziamento dei campi di concentramento libici.
Pur ponendosi in continuità con le scelte operate dal PD negli anni precedenti, ha detto che con lui ci sarà un cambiamento.
Di certo non doveva tener conto dell’intelligenza degli iscritti quando ha paventato un asserito cambiamento nella perfetta continuità.
Il forte richiamo al cristianesimo nel suo discorso, ha confermato che il tentativo dei mesi scorsi da parte del Vaticano di creare un partito dei cattolici, con Zingaretti non è più una necessità, perché diventa un obiettivo raggiunto, la dottrina sociale della Chiesa sarà nell’agenda politica della lobby PD.
Zingaretti ha confermato di non inseguire l’unanimità ma l’unitarietà, perché sa che la parte lobbistica più spregiudicata è pronta per una ennesima fuoriuscita, e lui mira a tenere tutti nella Ditta.
Sicché ha dato una leccatina alle ferite renziane quando ha detto che la vittoria del NO al referendum era responsabile del disastro economico attuale, e con questa cialtroneria ha superato il limite della irrilevanza dei contenuti.
Come tutte le lobby, comunque, il PD avrà sempre un po' di stampelle, ci saranno sempre altri partiti pronti a saltare sul carro dell’opportunismo, e Zingaretti già dalla prossima tornata elettorale europea, sarà perfetto per elargire promesse a destra e a sinistra, anzi, a destra e basta.
Carla Corsetti
Segretario nazionale di Democrazia Atea
Componente del Coordinamento nazionale di Potere al Popolo
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