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06-01-2020 13:58 - Carla Corsetti
Siamo entrati nell'era delle post democrazie.
I flussi migratori incontrollati e inarrestabili, come lo sono sempre stati nella storia dell'umanità, stanno ridisegnando di nuovo la demografia europea, e non solo.
Nell'antica Roma imperiale, fatta eccezione per alcuni sparuti e isolati fautori della purezza della razza romana, non c'era nessun interesse a mantenere l'omogeneità etnica, perché la priorità era quella di rimpinguare le fila dell'esercito o di ripopolare regioni disabitate, e l'integrazione avveniva facilmente attraverso la carriera militare che consentiva anche l'estensione del prelievo fiscale.
Per molto tempo, ad onta anche di non poche corruzioni, la Roma imperiale riuscì a gestire l'immigrazione e l'integrazione.
Oggi non abbiamo eserciti che soffrono per la mancanza di soldati, né abbiamo lande desolate da ripopolare, ma abbiamo grandi organizzazioni criminali che gestiscono i flussi migratori senza competenza, senza progettualità, senza controllo dello Stato, ma avendo chiara la finalità dello sfruttamento umano con l'obiettivo del profitto.
Pochi e rari casi isolati di organizzazioni competenti, confermano che l'integrazione è possibile se pianificata, e i modelli di integrazione come Riace ne sono la materiale conferma.
Tuttavia ai Promotori della Purezza della Razza, in sintonia con i Fautori della Paura, serve la conflittualità che deriva dalla mancata integrazione, con il contorno di venti di guerra che spirano dai governi esportatori di democrazia.
Le nuove destre xenofobe non avrebbero di che nutrirsi se i flussi migratori fossero controllati.
Invece le destre avanzano, cavalcando nazionalismi e protezionismi, che se per un verso non offrono una idea di come potrà essere il futuro, per altro verso raccolgono consenso semplicemente rievocando il passato, che nella demenziale mitizzazione diventa finanche glorioso.
E così lo spazio della partecipazione democratica diventa secondario, la crisi della rappresentanza diventa già distacco tra elettori ed eletti, tra rappresentanti e rappresentati.
Il voto populista razzista diventa l'ultima occasione per un elettorato senza riferimenti, che non crede più alla democrazia e che accarezza l'idea dell'autoritarismo.
Trump è già l'emblema della post democrazia, un guerrafondaio demenziale privo di prospettive.
L'Europa, dal canto suo, sta dimostrando di cannibalizzare i propri principi fondanti per rifondarsi sulla loro negazione.
Siamo in bilico tra una conferma delle regole democratiche e un salto nel buio delle finte democrazie xenofobe e populiste che le destre europee propongono.
L'offerta politica istituzionale italiana è costituita soltanto dal variegato mondo delle destre, dal PD alla Lega, tralasciando il M5S ormai in fase di decomposizione.
È improrogabile la ricostruzione del tessuto sociale e il contrasto alle ingiustizie sociali, in chiave anticapitalista, anche attraverso la disobbedienza civile quale risposta obbligata di fronte alla progressiva criminalizzazione del legittimo dissenso.
Eclatante la detenzione di Nicoletta Dosio, storica attivista del movimento NoTav, ma anche coordinatrice nazionale di Potere al Popolo, e dunque esponente politica di un partito di opposizione.
Esponenti dell'opposizione vengono arrestati nella cattolica Italia come nell'islamica Turchia, confermando la retrocessione dei diritti rispetto alle stesse convenzioni europee sottoscritte da entrambe le nazioni.
Per rimanere sui binari della democrazia e respingere le spinte autoritarie non sarà sufficiente individuarle nelle trame corrotte delle destre parlamentari o nei movimenti anestetizzanti che incanalano verso la remissione.
Occorre uno scatto ulteriore, occorre impegnarsi senza delega, occorre avere consapevolezza delle proprie scelte, occorre non mentire a se stessi.

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