L’introduzione dell’ora di religione nei programmi scolastici si è decisamente trasformata in catechesi cattolica.
L’insegnamento deve mantenere il rigore della neutralità rispetto alle credenze, e il valore del principio di laicità, cui deve essere uniformata la nostra società, stride con l’insegnamento di una sola religione.
La religione cattolica attualmente viene veicolata come accadeva durante il regime dittatoriale fascista, ovvero come se fosse “religione di Stato” quando invece non lo è.
Nelle aule scolastiche italiane c’è la presenza di studenti appartenenti a comunità religiose differenti e a famiglie di non credenti.
Nei confronti di costoro l’insegnamento della religione cattolica costituisce un momento di autentica discriminazione atteso che non esiste la possibilità, nei programmi ministeriali, di sostituirla con l’ora di ebraismo, di islam, di ateismo, di buddismo, di qualunque altra religione o corrente filosofica cui gli studenti non cattolici facciano riferimento.
Il fenomeno religioso è tuttavia un fenomeno umano rilevante nella storia dell’umanità e dunque è necessario che sia inserito come materia di studio purché non si trasformi in momento di indottrinamento.
E’ per questo che sorge la necessità di un insegnamento improntato allo studio antropologico del fenomeno religioso nella prospettiva di una emancipazione culturale che ponga lo studente nella condizione di conoscere tutto per poter scegliere liberamente un percorso religioso o razionalista.
Il fine dell’insegnamento è sempre quello di elevare il livello di conoscenza e conseguentemente la capacità critica dello studente, ed è in questa ottica che deve essere salvaguardata la possibilità, per ogni studente, di scegliere senza imposizioni foriere di discriminazioni.
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