I simboli religiosi meritano tutela e rispetto nei luoghi di culto e nel privato. Se escono fuori dai luoghi di culto, dalle case e vengono imposti nei luoghi pubblici, se sono obbligatoriamente imposti nei luoghi che appartengono anche a chi non condivide quella simbologia, meritano di essere contestati. Il Consiglio di Stato per volere dei vescovi ha dichiarato che i simboli religiosi nei luoghi pubblici sono simboli culturali, dunque, pur di imporli, li ha degradati a simboli culturali, privandoli della tutela giuridica riservata ai simboli religioni nei luoghi di culto. Se sono diventati simboli culturali, possono tranquillamente essere criticati, come i simboli politici. Crocifissi e svastiche, se esposti nei luoghi pubblici, possono essere soggetti a critica, senza limiti. Chi si offende per il dileggio dei propri simboli religiosi avrebbe dovuto combattere per lasciarli nei luoghi di culto. I cattolici italiani non sono stati capaci di difendere i loro simboli custodendoli nella riservatezza del loro privato. E ora frignano perché i loro simboli subiscono il dileggio che la libertà di pensiero consente a tutte le altre espressioni iconografiche. I cattolici dovrebbero fare pace con la coerenza e il rispetto .