La teologia del popolo

24-06-2019 22:25 -

Si è tenuto a Parigi il 21 settembre 2017 il Convegno dell’Associazione internazionale del Libero Pensiero.
Di estremo interesse è stato l’intervento dell’Ing. Fernando Esteban Lozada (Direttore e portavoce per l’America Latina dell’Associazione Internazionale del Libero Pensiero (AILP) - Membro del tavolo coordinatore della Coalizione Argentina per uno Stato Laico (CAEL) - Membro fondatore dell’Associazione Civile Atei Mar del Plata e dei Congressi Nazionali di Ateismo - Membro di H.I.J.O.S. - (Figli per l’Identità e la Giustizia contro l’Oblio e il Silenzio).
In estrema sintesi, Lozada ha ripercorso la genesi della Teologia della Liberazione, che è nata come un movimento a beneficio degli oppressi contro la verticalizzazione sacerdotale.
Lozada parte da una premessa scontata, ovvero che “quando gli oppressi cominciano a svegliarsi, gli oppressori li reprimono duramente” e quando non è possibile reprimere, gli oppressori “tentano di cooptare, di appropriarsi dei movimenti e cambiare le ideologie che li sostengono per trasformarli in nuovi strumenti di dominazione e di controllo. Questo accadde con la Teologia della Liberazione e, la sua supposta branca autonoma, la Teologia del Popolo”.
La Teologia del Popolo è una versione “rivista e corretta” della Teologia della Liberazione, epurata da ogni possibile richiamo al marxismo, posto che mentre il marxismo non può prescindere dalla lotta delle classi, la nuova Teoria del Popolo sostituisce la “lotta di classe” con “l’alleanza delle classi” che soffoca le potenziali ribellioni delle classi lavoratrici in un “corporativismo conformista”.
La Teologia del Popolo si sta affermando strategicamente con la metodologia della “rivoluzione passiva” che consiste nell’assumere alcune rivendicazioni centrali e fondamentali per l’azione dei movimenti di base, e una volta adottate determinate rivendicazioni, si comincia progressivamente a svalorizzarle per presentarle come irrealizzabili perché potrebbero mettere in crisi il potere costituito.
La supposta irrealizzabilità, che è il nucleo centrale della svalorizzazione, è accompagnata da alternative che vengono presentate invece come “realizzabili”.
Attraverso questo meccanismo si prende il controllo delle iniziative delle organizzazioni promotrici delle rivendicazioni, ivi compresi i partiti politici, e si infiltrano con l’ideologia principale della Chiesa conservatrice, ovvero la Dottrina sociale della Chiesa.
In termini più semplici, si sostituiscono le dottrine economiche e politiche socialiste, presentate come irrealizzabili, e si sostituiscono con le dottrine della Chiesa.
La conferma si ha con la pubblicazione dell’ultimo libro di Bergoglio “Terra, casa, lavoro: discorsi ai movimenti popolari” per la cui interpretazione del retroterra teologico-politico, è necessario ripercorrere la sua vicenda personale.
Bergoglio è un gesuita e ha militato nella organizzazione Guardia de Hierro, una fazione del peronismo ultracattolico nazionalista di destra capace di camuffarsi adottando pratiche di organizzazioni di sinistra, con una presenza strategica e ambigua tra poveri e sindacati dei lavoratori.
Le figure che hanno influenzato e determinato la sua formazione anticomunista e di destra ultraconservatrice, sono state Lucio Gera, teologo e principale ideatore della ideologia della Teologia del Popolo; Juan Carlos Scannone, anche egli gesuita e attualmente il principale sostenitore della Teologia del Popolo; Antonio Quarracino, Arcivescovo di Buenos Aires e presidente della CEI Argentina, promotore dell’amnistia ai militari genocidi della dittatura 1976-1983.
Bergoglio e Quarracino dichiararono pubblicamente di appoggiare i movimenti dei preti che operavano a favore dei poveri e degli oppressi, e nel frattempo epurarono la chiesa argentina, ed in particolare l’ordine dei gesuiti, da tutti quei preti che si erano espressi a favore della Teologia della Liberazione e delle istanze marxiste.
Nel contempo cominciarono progressivamente a lavorare per l’affermazione della sostitutiva Teologia del Popolo.
Quarracino e Bergoglio hanno condiviso fortemente l’odio verso i collettivi LGBT, e una forsennata avversione contro aborto e contro i diritti dell’autodeterminazione femminile, ma entrambi si sono mostrati abili politici nel veicolare una apparente adesione a tematiche relative a diritti umani, mentre invece, sotto il profilo sostanziale, miravano a mantenere inalterata la posizione conservatrice della Chiesa.
La differenza l’ha fatta il profilo comunicativo che ha rafforzato le posizioni conservatrici e oppressive, sottese ad una apparente, e solo verbale, apertura.
L’Italia è il primo laboratorio di attuazione delle politiche vaticane della teoria del popolo, ma le vere mire espansionistiche sono rivolte aIl’Europa dell’Est e alle Americhe del Sud.
Nel laboratorio italiano il mantra imperante è quello che tesse le lodi della interferenza teocratica: “Bergoglio dice cose di sinistra” oppure “Bergoglio è l’unico che parla di dignità del lavoro e del diritto dei poveri” o ancora “Bergoglio ha posto una attenzione mai vista ai problemi dell’ambiente”, sono un palese esempio di trappola ideologica della Teologia del Popolo nella quale sono incappati partiti e movimenti di sinistra.
Il confondere teorie politiche economiche e sociali, con politiche teocratiche, è di certo un problema per quei partiti e per quei movimenti, ma purtroppo non è rimasto confinato nei loro ambiti perché è già diventato problema della nazione.