PIENI POTERI

19-09-2022 10:56 -

Il caso del Regolamento sui "pieni poteri" approvato dal Consiglio dei Ministri, pone due ordini di valutazioni, una tecnico giuridica e una politica.
Sotto un profilo tecnico il Regolamento non ha bisogno di essere convertito dalle Camere, né ha bisogno di essere firmato dal Presidente della Repubblica.
Siccome in molti social è stato coinvolto Mattarella, e non doveva essere coinvolto, tutti i giornali si sono precipitati a correggere l'errore e nel contempo hanno spostato l'attenzione sul dato tecnico, oscurando quello politico.
Il dato politico investe tempi e contenuti. Il regolamento adottato si pone in continuità con un decreto già adottato da Monti nel 2012 ed è a completamento di poteri già parzialmente conferiti.
Draghi ha deciso di completare la norma del 2012 dopo 10 anni, e dunque se erano già passati 10 anni, non c'era urgenza e sarebbe stato istituzionalmente corretto adottarlo nella pienezza del mandato e non quando era dimissionario.
I pieni poteri non riguardano solo le prerogative in materia energetica, ma anche in materia di difesa. Siamo in uno scenario di guerra, stiamo fornendo armi ad un paese in conflitto e elaborare un regolamento di questa natura, esula dalla doverosa correttezza istituzionale di un esecutivo dimissionario.
Sotto un profilo costituzionale, Draghi ha comunque agito sul filo della legittimità costituzionale.
La stampa, visto il coinvolgimento di Mattarella si è preoccupata solo di fare pulizia in riferimento all'erroneo coinvolgimento. Ma la correttezza tecnica non è automaticamente correttezza politica, e non essere d'accordo con simile impostazione, é legittimo se non doveroso.