QUIRINALE GAME OVER

30-01-2022 09:23 -


Draghi ha vinto su tutti.
Siamo definitivamente e irreversibilmente nella post-democrazia.
I pesi e i contrappesi istituzionali sono svuotati, il Parlamento, che un tempo era il cuore del potere legislativo, dopo essere diventato il cuore del potere lobbystico, non rappresenta più la sovranità popolare.
L’affanno di questi giorni, alla ricerca di un nome per la Presidenza della Repubblica, ha messo a nudo l’incapacità delle singole forze politiche di esprimere candidature spendibili oltre il campo ristretto del perimetro condominiale di ciascuna di esse.
I parlamentari sono avviatati nell’autoreferenzialità.
Hanno eletto Mattarella, ma il vincitore di questa partita è Draghi.
Suo è il potere esecutivo, suo è il potere amministrativo, suo è il potere finanziario, suo è il potere legislativo.
I parlamentari sono la sua corte, li ha definitivamente spogliati anche della rappresentanza di facciata, e li ha relegati al ruolo di attori che recitano la pantomima di una finta democrazia.
Se Draghi avesse scelto il Quirinale, si sarebbe creato un vuoto esecutivo e forse elezioni anticipate, e siccome il PNRR non può attendere, questa ipotesi è stata scartata.
Draghi non poteva consentire che si creasse uno stallo all’indebitamento che ha costruito per noi, tanto più che il PNRR prevede finanche di riesumare i derivati per pareggiare il debito pubblico.
Con Mattarella nuovamente al Quirinale, Draghi ha ottenuto due risultati, da una parte la deflagrazione delle forze politiche che si riaccucceranno ai suoi ordini prive di credibilità, e dall’altra la neutralizzazione definitiva del controllo dell’esecutivo da parte del Parlamento.
Ha mosso pedine e alfieri, e alla fine ha dichiarato scacco matto, non al re, ma a noi.