VERSO LO SCIOPERO GENERALE 11 OTTOBRE 2021

10-09-2021 08:36 -


Iniziamo a subire i danni, ampiamente previsti, di una crisi pandemica che si sovrappone a quella economica già in corso da più di un decennio.
Nel campo nazionale si è assistito a una crisi di gestione che ha messo in evidenza l'inadeguatezza delle strutture sanitarie pubbliche dopo un periodo di successivi e incessanti tagli alle spese sanitarie e il ridimensionamento o la chiusura di molti ospedali pubblici.
L'emergenza della pandemia ha mostrato che la sanità privata, che pure beneficia di crescenti finanziamenti statali sottratti al pubblico, non è né in grado di sostituire la sanità pubblica, né ha interesse di gestire le emergenze, laddove i costi sanitari spesso non compensano i profitti.
Si è messa a nudo la scellerata speculazione dei finanziamenti pubblici ai privati, in un settore basilare per il benessere della società, e che è anche un diritto fondamentale della persona.
Nel campo internazionale lo scandalo dei finanziamenti pubblici alla ricerca privata mostra che la speculazione sulla sanità non ha confini territoriali, e che il fine ultimo di ogni rapporto di finanziamento verso il settore privato è il profitto di questo, mai la prevenzione.
In pochi mesi, grazie alla pioggia di finanziamenti pubblici, le multinazionali del farmaco hanno prodotto i vaccini, ma hanno accettato di concedersi al loro studio soltanto perché la cura della pandemia è diventata doppiamente conveniente, dato che le spese sono state pubbliche, invece i guadagni privati.
Un virus già presente da anni, nelle sue varianti, che è stato trascurato perché la ricerca pubblica è ormai inesistente, mentre quella privata viene orientata in funzione dei margini di guadagno.
Ma le conseguenze della pandemia non si riversano soltanto sulla sanità, infatti la già sofferente economia italiana, in rallentamento dalla prima metà degli anni Novanta, accelera la sua discesa sul piano di un declino ormai irreversibile.
La situazione di crisi in atto è la condizione migliore per mettere in pratica, più che in precedenza, le innumerevoli possibilità di precarizzazione del lavoro che la legislazione italiana ha confezionato negli ultimi due decenni.
Dal telelavoro imposto fino ai contratti di apprendistato, le imprese hanno potuto calpestare la dignità del lavoratore dipendente, potendo così garantirsi un ulteriore periodo di sopravvivenza nello scenario della concorrenza internazionale, laddove esse non sono più in grado di sostenere il confronto delle avanguardie tecnologiche con le aziende delle potenze economiche vecchie e nuove.
Il governo Draghi non ha alcuna intenzione, né mandato dei suoi finanziatori, di allentare la morsa dello sfruttamento nei confronti di quelle parti della società che paga da anni la lunga crisi, anzi continua ad agire a vantaggio di quelle realtà economiche che vivono del denaro pubblico: le banche, le grandi imprese e lo stato extracomunitario del Vaticano.
Dalla spartizione del prestito europeo gestito tramite il "piano di resistenza e resilienza", passando per la liberalizzazione dei subappalti, il Governo dispone una corona di occasioni e vantaggi per i soliti noti, che saranno pagati a caro prezzo da tutti gli italiani esclusi dai benefici.
Le condizioni generali di povertà per circa 4 milioni di italiani, destinatari di miserevoli sussidi statali, in queste ore sono oggetto di attacco vigliacco da parte di quelle forze politiche che vogliono aumentare ancora la platea degli sfruttati, abolendo l’unico spiraglio di dignità di cui costoro beneficiano.
E coloro che vorrebbero azzerare i sussidi erogati dallo Stato in favore dei poveri, sono gli stessi che non hanno mai espresso una sola parola contro i miliardi profusi a pioggia verso la casta clericale.
Le organizzazioni sindacali hanno indetto uno sciopero generale cui Democrazia Atea aderisce condividendo le motivazioni poste alla base della protesta:
• Contro lo sblocco dei licenziamenti: per la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario al fine di contrastare l’attacco all’occupazione e ai salari;
• Per il rilancio dei salari, con forti aumenti economici e con l'istituzione di un meccanismo di piena tutela dei salari dall’inflazione;
• Garanzia del reddito attraverso un salario medio garantito a tutti i disoccupati; per l'accesso gratuito e universale ai servizi sociali e un unico sistema di ammortizzazioni sociali che garantisca la effettiva continuità di reddito e salario;
• Contrasto alla precarietà e allo sfruttamento: abrogazione del Jobs Act, superamento degli appalti e del dumping contrattuale e forte contrasto all'utilizzo indiscriminato dei contratti precari;
• Rilancio degli investimenti pubblici nella scuola, nella sanità e nei trasporti, contro la privatizzazione, la mercificazione e lo smantellamento dei servizi pubblici essenziali, dei settori fondamentali, di pubblica utilità e delle infrastrutture; contro i progetti di autonomia differenziata e le attuali forme di regionalizzazione; per l’uguaglianza dei diritti e dei servizi su tutto il territorio nazionale;
• Per una vera democrazia sindacale: contro il monopolio delle organizzazioni sindacali concertative, per dare ai lavoratori il potere di decidere chi deve rappresentarli; per il diritto di sciopero e l'abrogazione di ogni normativa repressiva che ne mini e riduca l'efficacia, a partire dal decreto-Salvini.
• Per il rafforzamento della sicurezza dei lavoratori, dei sistemi ispettivi e del ruolo delle RLS
• Per la tutela dei lavoratori immigrati: permesso di soggiorno a tutti gli immigrati;
• Contro ogni discriminazione di genere: per una vera parità salariale, occupazionale e dei diritti delle donne, nei luoghi di lavoro e nella società;
• Per la tutela dell’ambiente, il blocco delle produzioni nocive e delle grandi opere speculative;
• Contro il G-20 di Roma e le ipocrite passerelle dei padroni del mondo: per l'unità e la solidarietà internazionale tra le lotte dei lavoratori e degli sfruttati.
A questi obiettivi Democrazia Atea aggiunge un ulteriore motivo di sciopero:
• Contro tutte i contributi, finanziamenti, erogazioni di qualunque tipo, comunque denominati, concessi o erogati da parte dello Stato o di altri Enti Pubblici allo Stato extracomunitario del Vaticano, con i quali si mantiene ingiustificatamente una casta di privilegiati, responsabile di legittimare eticamente il capitalismo degli sfruttatori.

La Segreteria nazionale di Democrazia Atea