IL MACABRO E L'ORRENDO

21-12-2020 12:41 -


Annotavo ai margini la schizofrenia linguistica dei parlanti, in particolare mi colpiva lo stupefacente ossimoro che veniva riportato dai media in questi giorni: «miracolo laico». Per la cronaca si tratta del prodigio di san Gennaro, una teca contenente una sostanza rossastra che viene agitata da un alto prelato in occasioni solenni e se diventa liquida è di buon auspicio, se rimane solida annuncia eventi infausti.
Ora, la parola “miracolo” definisce un fenomeno che travalica le leggi di natura, non obbedisce alle condizioni materiali del mondo, viola i princìpi della fisica e della logica. E definire “miracolo” un trucchetto da baraccone, o meglio, da “piccolo chimico”, replicato da qualunque ciarlatano di provincia, è segno di aperta mala fede e di finta credulità. Ma apporre la qualifica di “laico” ad un prodigio, pone problemi d’altro ordine.
I comuni parlanti vivono in perenne distonia cognitiva e non avvertono alcuna contraddizione, meno che mai si accorgono della trappola mentale ordita dei parolai di stato…
Il termine laico si tinge di confessionale. Sic… Chiedete a un prete e vi risponderà che laico non significa l’antitesi del religioso, ma è laico il popolo dei credenti non investito di ruolo sacerdotale.
La Chiesa cattolica è di nichilismo onnivoro, ingloba e assimila qualunque differenza. Se ti dichiari ateo, la Chiesa ti risponderà che proprio il tuo negare Dio è la prova più evidente di una spiritualità che cerca Dio… Dunque, vieni con noi, che già l’abbiamo trovato.
E dunque chi blatera di «miracolo laico» sostiene di fatto che la devozione per san Gennaro è universale, trasversale, ecumenica. E c’è veramente del miracoloso che un santo inventato di sana pianta (e che la stessa Chiesa ammette frutto di fantasia) e che si produca in così ridicoli prodigi, abbia tanti estimatori, nel popolo dei beoti creduloni e in tutta la plebe canaglia che ha in gusto il macabro e l’orrendo.
Bruno Pittau