CI RISIAMO, NON E' UN CASO!

06-11-2020 09:40 -

Comunicato congiunto di Democrazia Atea, Fronte Popolare, La Città Futura, Partito Comunista dei Lavoratori, P.C.I. - Partito Comunista Italiano, Partito della Rifondazione Comunista, , Partito Marxista Leninista Italiano, Potere al Popolo, Risorgimento Socialista-Lega dei Socialisti, Sinistra Anticapitalista


Ciò che si temeva, ossia una seconda ondata di contagi da coronavirus, è realtà. Un disastro annunciato, la cui responsabilità è da attribuire in egual misura al governo centrale ed ai vari governi regionali.
Il nostro Paese, così come tanta parte dell'Europa, è costretto a farvi i conti, e tra il crescendo di misure che vengono adottate al riguardo, il rischio di un nuovo drammatico lockdown è tra le ipotesi possibili.
L'aumento dei contagi che si registra dal mese di Settembre, nel confermare la giustezza dei segnali d'allarme di tanta parte del mondo scientifico, al quale si sono contrapposti in tanti, ha rivelato tutta la strumentalità delle promesse fatte ad Aprile e Maggio, al termine della prima fase: il sistema continua ad essere largamente impreparato ad affrontarla.
Le misure atte a contrastare la diffusione dell'epidemia sono confuse, contrastanti, sul piano generale e da regione a regione. Infatti, mentre si chiede alle persone di non assembrarsi e di tenere la mascherina anche all'aperto, non si è provveduto all'aumento dei mezzi pubblici nelle città, e nelle ore di punta il mantenimento delle distanze è impossibile, le scuole non sono state fornite di un numero sufficiente di insegnanti, nonché di locali abbastanza grandi per consentire una adeguata areazione, la riduzione del numero degli studenti per classe, etc.
Nonostante fosse chiaro che la partita si sarebbe dovuta giocare innanzitutto sul territorio, le regioni hanno fatto poco o nulla per garantire tutto ciò che avrebbe dovuto esserci in termini di assistenza.
E' sotto gli occhi di tutti il fallimento di quello che avrebbe dovuto essere il principale strumento di prevenzione della seconda ondata della pandemia, cioè il sistema di tracciamento dei contagi attraverso un'estesa e capillare rete di stazioni di prelievo dei tamponi e di laboratori di analisi, con le code estenuanti ai drive-in a cui stiamo assistendo e i soggetti in quarantena abbandonati a se stessi dalle Asl che non riescono a gestirli, come accadeva la scorsa primavera. Dell'inversione di tendenza rispetto all'ospedalizzazione dei malati si vede poco o nulla, ed intanto tante altre patologie, anche gravi, restano senza le adeguate risposte.
Gli ospedali pubblici, non quelli privati, stanno infatti già cominciando, dalla Lombardia al Lazio, a ricoverare solo malati Covid, con il rischio, in caso la curva ascendente non si arresti, che la loro disponibilità di letti per il ricovero e la terapia intensiva si esauriscano, perpetrando il blocco delle normali attività di diagnosi e cura, che già registrano tempi di attesa assai lunghi.
La corsa alla privatizzazione non si arresta nemmeno in tempi di pandemia, senza riguardo per la salute e la vita delle persone, mentre vengono puniti in maniera ignobile i medici e gli operatori sanitari che denunciano le cose che non vanno, come dimostra anche il caso della nostra compagna Francesca Perri, a cui va tutta la nostra solidarietà fraterna e militante.
E' urgente finanziare la sanità pubblica, le risorse ci sono, si possono trovare, ad esempio abbattendo le spese militari, ricorrendo ad una patrimoniale sulle grandi fortune. La necessità di ricorrere al MES non è che una scusa speculativa.
E' necessario riconquistare il diritto alla salute, affermare una sanità pubblica, universale, laica, gratuita. Per questo siamo in campo ed abbiamo promosso una petizione popolare ( online, attraverso la piattaforma https://Change.org/riconquistiamo-salute/ e direttamente nelle tante piazze d'Italia) a sostegno di proposte chiare, fattibili.
Si smetta di arricchire la sanità privata, laica e religiosa, si rimetta in campo la sanità di tutti, per tutti.