ELEZIONI PUGLIA, L’INCONSISTENZA DELLA PROPOSTA RIF-PCI-RS
PIU’ CHE UN RISORGIMENTO, SEMBRA UNA RESTAURAZIONE

31-07-2020 08:35 -

La probabile lista a tre teste, per le prossime elezioni regionali pugliesi, di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Risorgimento Socialista, ha destato stupore, sorpresa ma anche la constatazione di quanto appaia irragionevole ripercorrere gli stessi sentieri senza uscita.
L'iniziativa odierna, in effetti, è una ostinata e insensata riproduzione di un esperimento mal riuscito, proposto nelle elezioni comunali di Bari del 2019, e di cui ha mantenuto vizi e contraddizioni.
Potere al Popolo, alle comunali di Bari dello scorso 2019, avrebbe dovuto esserci, proprio con Risorgimento Socialista, e la compagine contro di noi aveva alzato da subito le sue barricate per inficiare un simbolo elettoralmente interessante.
La tessitura della costruzione ebbe in Risorgimento Socialista il riferimento organizzativo, ma ad un certo punto la scelta del candidato a Sindaco, del simbolo, del programma, assunsero la connotazione di decisioni unilaterali.
PaP pose alcune condizioni, soprassedendo sulle altre, e sembrava che fossero state pacificamente condivise fino a quando il candidato a Sindaco, in quota a Rifondazione Comunista, esplicitò, in una intervista su una testata locale, un apparentamento con il candidato del PD all'eventuale ballottaggio.
Anche Risorgimento Socialista, coerentemente con le indicazioni di PaP, di cui ha sempre fatto parte, aderì ad un documento nel quale si chiedeva espressamente al candidato di Rifondazione di assumere una posizione contraria a quella riferita nell'intervista pubblicata sul giornale.
Le conseguenze erano ovvie: PaP non avrebbe più aderito alla lista.
Il candidato a Sindaco di Rifondazione Comunista mostrò, e pubblicamente, di non avere alcuna intenzione di smentire l'intervista giornalistica, ed era evidente che le sue intenzioni erano divergenti da quelle richieste da PaP.
Da quel momento sugli esponenti di Risorgimento Socialista attivi nella formazione della lista, e su coloro che, insieme a loro, dichiaravano la loro appartenenza a PaP, cadde un silenzio assordante, durante il quale avevano probabilmente ipotizzato che le condizioni poste da PaP, ovvero nessun apparentamento con il PD ad un eventuale ballottaggio, dichiarato da subito, potesse affievolirsi o lasciare margine a dubbi interpretativi sulle cui maglie larghe si sarebbero potuti infilare senza rinunciare al simbolo.
Il Coordinamento nazionale di PaP non impiegò molto a negare il simbolo in assenza di una posizione inequivoca, ma ciò non fu sufficiente a far prendere coscienza del fatto che questa esperienza elettorale poteva dirsi conclusa, tutt'altro.
Decisero di portare a compimento il tentativo elettorale, confidando nella presunta autonomia decisionale di chi via via si autoproclamava portavoce di Bari, o di chi, già forte di precedenti esperienze prima nell'IdV e poi nel Pd, opportunamente e provvidamente cancellate per non essere ricordate dagli smemorati, ora si erigeva a referente imprescindibile per una avventura elettorale improvvisata.
Risorgimento Socialista Puglia in questo pasticcio non si fece mancare un appoggio pubblico a Rifondazione Comunista sia per le comunali che per le elezioni europee, giusto per dare la cifra della propria coerenza verso PaP, come pure non fu titubante quando decise di passare ad invettive personali, contribuendo, indirettamente, addirittura a rafforzare l'elezione del sindaco PD quale inevitabile sciagura rispetto allo sconforto che suscitano certe posizioni assunte in spregio del rispetto dei compagni.
Non era difficile ipotizzare l'irrilevanza di simile compagine, una formazione inconcludente che con il suo 0,5% non ha scalfito la vittoria del PD con il 66,3%.
Ora Risorgimento Socialista Puglia, assieme proprio a quella compagine, ripete l'esperimento.
Lealtà e coerenza dovrebbero indurre a chiarire i rapporti con PaP a livello nazionale.
Quanto a Rifondazione Comunista la smania di attraversare anche a nuoto il guado verso il PD, è quasi compassionevole.
Una domanda sorge spontanea: non facevano prima a candidarsi con il PD?
Ma è noto che lo scorso inverno sono stati i primi a trattare per entrare nella coalizione del centro-sinistra, ed oggi gli ultimi a dichiarare la loro avversione ad Emiliano.
Che abbiano avuto impedimenti a causa dell'altra lista con Falce Martello tra le liste a sostegno del candidato del PD?
Misteri della fede… la fede loro.
Giovanni Tortora
Demoateo di Bisceglie